DESCRIZIONE
Il corpo del giovane martire completamente nudo – avvolto soltanto da un panno – è sdraiato su una robusta graticola sotto la quale ardono le fiamme che lo porteranno alla morte; nonostante il supplizio subìto, lo scultore sceglie di rappresentare il santo, in posa disinvolta e nell’atto di rivolgere serenamente al cielo lo sguardo.
Il San Lorenzo rivela un’adesione ai moduli compositivi del tardo manierismo fiorentino della seconda metà Cinquecento, improntato ad un classicismo di gusto anticheggiante, qualificato da una pienezza di forme, espressi nel modo di scolpire il santo, raffigurato nelle sembianze di un giovane Apollo dormiente, con il corpo d’una esilità flessuosa, in posa instabile, disteso sulla graticola, con la parte superiore proteso in avanti e le dita dei piedi sporgenti dal perimetro dello strumento di supplizio.
Nel San Lorenzo sulla graticola qui presentato, il ductus scultoreo, caratterizzato da un trattamento morbido della superficie marmorea nel rigore delle forme plastiche, e la torsione della postura, indicano il lavoro di uno scultore nel quale le istanze tardo manieriste si proiettano verso la cultura barocca.
Significativo e immediato è l’accostamento del Nostro San Lorenzo ad un caposaldo dell’attività giovanile dell’artista barocco Gian Lorenzo Bernini, autore di un’opera di identico soggetto; si tratta del celebre Martirio di san Lorenzo, già nella prestigiosa collezione Contini Bonacossi a Firenze, ed oggi alla Galleria degli Uffizi, una precoce opera giovanile, realizzata tra il 1616 e il 1617. (C. Caneva, in Galleria degli Uffizi. La collezione Contini Bonacossi nelle Gallerie degli Uffizi, a cura di F. De Luca, Firenze 2018, pp.154-155). .
BIBLIOGRAFIA
H. U. Kessler, Pietro Bernini (1562-1629), München 2005; M. Panarello, Artisti della tarda maniera nel Viceregno di Napoli. Mastri scultori, marmorari e architetti, Catanzaro 2010; M. Panarello, Modelli toscani nel meridione: riflessioni attorno ad alcune opere di Pietro Bernini, Tommaso Montani e Giovan Domenico Monterosso, in «Esperide», 4, 2011, 7/8, pp. 14-39